Woody Allen, uno tra i registi che preferisco per il suo cinismo depressivo ma allo stesso tempo comico, diceva “…le aspettative sono la tomba dell’amore!” e forse e’ andata cosi’ l’8 ottobre quando curioso ho digitato www.wired.it.

Avevo gia’ espresso il mio parere sul muro di facebook. Cosi’ tante agenzie ed aziende che contribuiscono con i loro cervelli migliori allo sviluppo del sito della rivista culto Wired It non potevano non suscitarmi curiosita’ ed aspettativa. Penso che come me tante persone abbiano pensato la stessa cosa e altrettanto immagino quello che poi gli stessi abbiano provato una volta visto il nuovo wired.it. Il bellissimo speciale del numero 10.10 parlava di “Morto o vivo, noi il Web abbiamo deciso di reinventarlo partendo dal nostro sito…”. Ma mentre alcune idee sono veramente intelligenti ed adeguate tipo “i tuoi widget…” ed il banner 2.0 dell’amico Andrey Golub, altre le trovo di pessimo gusto. Ad esempio il concetto di “creative commons” applicato agli articoli di giornale. Ridicolo raccontato e spiegato ai lettori di Wired. Lessig e Cory Doctorow li abbiamo ascoltati all’evento “meet the media guru” dell’amica Maria Grazia Mattei, poi nei podcast e ancora li seguiamo nei loro blogs. Noi i diritti d’autore applicati agli articoli dei giornali non sappiamo più cosa siano da molto tempo. Poi Follow the content, copia di Google Alert e tanti altri ma basata sugli articoli di wired. Il crowdsourcing, che parolona!? e la viralità 2.0 sui social media 🙁 beh una “novità” da non raccontarci ancora… è l’8 ottobre 2010!

E così potrei andare avanti, ma non è di mio interesse farlo perchè questi sono pareri personali e poi li avrei potuti superare senza dilungarmi troppo nelle mie ansiose critiche se digitando www.wired.it non mi fossi trovato di fronte qualcosa di “vecchio”! Vi siete dimenticati nel rincorrere tutte queste idee fantastiche di noi utenti 6.0 (dal 2.0 sono passati un po’ di anni e alcuni tra noi sono diventati un po’ più vecchietti). La user experience? l’esperienza emozionale che avrebbe dovuto stupirci e inneggiare al miracolo italiano? la usability? il design? ma dove li avete dimenticati? devo fare qualche registrazione in più per accorgermi che è un mio errore?

E’ qui che mi aspettavo di più. Tutti i giorni benedico il mio Mac, il mio Iphone (meno in questi due ultimi mesi) ed il mio Ipad. Mi hanno fatto tornare ad amare un mondo che dal mio vecchissimo Atari e Commodore Amiga non mi emozionava più così tanto. Uso Flipboard e mi dico sempre “questo è un genio”. Quando leggo e sfoglio le news che ho aggregato lì dentro mi sento proprio in mezzo alla rete. Così mi voglio sentire quando navigo la migliore rivista di “storie e persone che cambiano il mondo”.

Riprovaci wired.it, Luca Guido Zambrelli (utente ed abbonato personale ed aziendale)