Anche oggi ho riaperto gli occhi alle 5 di mattina.
Non riesco più a riaddomentarmi. La sveglia è puntata alle 7 e fino a tre settimane fa non avevo alcuna difficoltà a tenere gli occhi chiusi, abbandonandomi all’abbraccio della notte profonda. Ma qualcosa deve essere cambiato, in me, intorno a me… qualcosa!?
Al lavoro non ne parlo. Il ritmo delle cose da fare seppelisce tutto il mio IO e mi proietta solo sul FARE…. Ma quello che mi sta succedendo non è connesso alla realtà. Ora c’é una guerra. Vera. Forse possiamo fare finta che non sia ancora vicina. Possiamo convincerci che finirà presto oppure che non arriverà mai da queste parti perchè in fondo nessuno vuole che inizi una guerra mondiale. Ma a quanto pare qualcosa di non visibile collega tutte le nostre coscienze e le rende una grande rete connessa, nel dolore di quello che sta succedendo.
Al caffè in ufficio. Più di una persona, eravamo tanti… a non avere dormito: “anche tu? io pure… ho aperto gli occhi e non sono più riuscito a chiuderli… pensavo a tutto. A tutto quello che mi preoccupa… la guerra, il lavoro, la vita. Provai a chiudere un occhio e poi l’altro, ma niente. I problemi. Le ansie. Le preoccupazioni e che casino nella testa.” – “Anche io non ho dormito…” – “Io pure… mi sono svegliato di colpo…” – “Anche io non sto riuscendo a dormire… da parecchi giorni…” – “Anche io! sono quasi 5 giorni che non ci riesco” – “Se ci penso… si, anche a me capita da parecchi giorni”. Uno dopo l’altro tutti raccontarono la stessa storia.
E stamattina è successo ancora anche a me. Sono giorni che mi capita. Non riesco più a dormire. Ma stamattina ho messo in linea i puntini. Se ci fosse qualcosa che ci legasse veramente tutti a qualcosa di molto più grande delle nostre vite e delle nostre coscenze. Qualcosa che non abbiamo mai compreso. Una sorta di legame fatto da onde emotive-magnetiche che partono, rimbalzano e tornano amplificate alle loro origini. Forse è questo che sta provocando un black out improvviso delle nostre vite. Che ci porta a svegliarci di colpo alle 5 di mattina tutti i giorni. Tutti insieme. Con paura oppure con indifferenza nel raccontarcelo.
Ci credo. Il dolore e la tristezza di quelle persone, dei morti. Arriva. Arriva sotto forma di energia che rimbalza da lontano per poi stimolare le nostre corde interiori per ricordarci che siamo tutti connessi. Siamo tutti collegati. Siamo tutti figli di un’unica essenza, di un’energia universale che ci tiene uniti nonostante il passare del tempo ci abbia allontanati e resi freddi e soli. Forse anche cervelli sincronizzati.
Siamo uniti, tutti. Da qualcosa.