L’intelligenza emotiva non la puoi possedere se non l’hai mai coltivata ed allenata. E se credi il contrario scoprirai quanto è faticoso essere te stesso e dover essere allo stesso tempo un leader per qualcuno, sia esso un gruppo di persone o anche solo qualcuno a cui hai deciso di dedicare del tempo per accompagnarlo nella sua crescita professionale e personale.

Tim Cook risponde ad un suo collaboratore

Questo pensiero nasce dopo la lettura di un articolo uscito su Inc.com che commentava la risposta che Tim Cook ha dato ad un suo collaboratore dopo avere ricevuto da questo una lunga email che riportava una precisa ma prolissa analisi su un annoso tema legato al processo di validazione e pubblicazione delle App sull’Apple Store. Mettendo insieme l’articolo con le fortunate esperienze che ho vissuto nella mia vita a contatto con persone dotate di un carisma unico associato ad una intelligenza sociale rara, ho deciso di scrivere una mia riflessione sul tema riprendendo gli spunti che molti anni fa avevo appreso leggendo il libro di un guru della materia Daniel Goleman.

Le parole sono importanti

Riprendendo l’articolo, Tim Cook risponde al suo collaboratore con una domanda composta da una unica parola, gli pone la questione “Thoughts?” come per svegliarlo “ora che mi hai detto tutto questo… quali sono i tuoi pensieri per risolvere la questione… che soluzioni proponi? che idee hai? si sei stato bravo ad analizzare il problema ma hai fatto anche un ragionamento per capire come risolverlo?”. Il tema è molto sottile. Tim ha letto probabilmente l’email a blocchi, ma si è reso velocemente conto che in tutta la discussione mancava una proposta, ossia la cosa più importante che ciascuno di noi avrebbe desiderato ricevere per costruire la discussione con il proprio collaboratore ed entrare nel vivo del problema. Purtroppo invece, seppure il collaboratore risulti molto preparato sul tema e convincente nella sua analisi, non ha saputo essere… CONCRETO e risolutivo nel ragionamento.

Rifletti

Rifletti. Al collaboratore bastava scrivere, invece che tre pagine a4 di email, una frase sola: “Caro Tim… a proposito del tema… che tu conoscerai benissimo perché già discusso… ho analizzato tutto il processo… e vorrei farti una proposta.”. Perché? :

  1. il problema è noto come lui stesso ammette
  2. il processo è noto come da lui anticipato
  3. non ha nessun senso riproporlo per dimostrare di conoscerlo quando sarebbe stato sufficiente arrivare alla conclusione per affermare una sana proposta di cambiamento che non può prescindere dalla padronanza del tema

A questo punto dove voglio arrivare… al fatto che nella nostra vita lavorativa diventino sempre più importanti due capacità: ascoltare e formare. Cook lo ha fatto. A modo suo. Con una sola parola ha rilanciato la discussione ed il pensiero. Lui dimostra un’intelligenza emotiva sana che mi ha fatto riflettere a quanto volte mi vengano posti dei problemi senza avere prima riflettuto a come superarli. Ma perché questo accada serve che ci sia una partecipazione bilaterale insieme ad una componente essenziale e contestuale che è alla base del ragionamento:  

“Il segreto per raggiungere un elevato quoziente intellettivo collettivo è l’armonia sociale”

-Daniel Goleman-

Armonia

Per sviluppare l’intelligenza emotiva in se stessi ed in un contesto fatto di altre persone è necessario creare armonia.

Armonia, sostantivo femminile. E’ una parola con un suono dolce che ha molteplici significati tra i quali il mio preferito è il seguente: “Consonanza di voci o di strumenti in accordo tra loro e grati quindi all’orecchio e al cuore, concento: Ed erra l’armonia per questa valle (Leopardi); talvolta tutta interiore.”.

L’armonia è fatta nel concreto di comportamenti ed è essenziale perché intorno a noi si crei l’ambiente ideale per sviluppare le intelligenze con cui nascono idee e proposte. Ascoltare, capire ed interagire con gli altri e con te stesso sono le porte per sviluppare una sana struttura relazionale e creare una piattaforma per lo sviluppo dell’intelligenza emotiva. Ma non basta. Come scrive Goleman, un’altra componente essenziale perché tutto questo accada sono le emozioni, o meglio la capacità di riconoscerle e di intercettarle. Mi sono trovato ad esempio questa estate a dover gestire un gate per l’ingresso ad un evento pubblico di centinaia di persone con decine di problemi e necessità diverse. Mi sono stupito di quanto tutto sommato sia stato facile gestire una situazione che sembrava di totale disordine e caos rimanendo naturale e connesso alle persone, ai loro problemi reali. Controllando lo stress ma soprattutto sviluppando un link empatico e differente con ciascuno di loro. Ovviamente non è stato facile e risolutivo per tutti i casi ma non era importante lo fosse. In quel momento era essenziale ascoltarli e trasmettere fiducia. Superficialmente non ha nulla a che vedere con la risposta che Tim Cook ha dato al suo collaboratore ma se scavi in fondo troverai delle analogie con il quarto concetto che Goleman afferisce all’intelligenza emotiva ossia la pietra filosofale del pensiero: la nostra capacità di relazionarci per comunicare, raggiungere accordi e creare connessioni positive e rispettose con gli altri.

Il titolo di questo post nasce proprio per mettere a confronto due persone e due comportamenti diversi e le reazioni che scatenano:

  1. IO, io, io… colui che tenta di piegare la realtà al suo volere senza nessun desiderio di creare una connessione con gli altri
  2. Tu, io, noi… colui che per arrivare alla meta ha compreso il significato della parola “insieme”

Dedica personale

Un abbraccio ai colleghi con cui ho vissuto un mese indimenticabile. Un mese ricco di situazioni sempre ai limiti del disagio interiore e lavorativo. Una prova di forza che come prima cosa ha messo sotto stress la capacità di ascolto e di soluzione dei problemi. La cosa curiosa è stata che ho imparato tante cose senza aver dovuto fare il mio lavoro, dimenticando il mio ruolo e ricordandomi che ero con altre persone con un unico obiettivo, fare del nostro meglio per noi, per l’azienda ed i suoi fondatori e per il pubblico.