Un report di Boston Consulting Group per parlarvi di innovazione post-covid.
Che periodo intenso!
Abbiamo tanto da imparare da quello che sta succedendo ma anche il tempo di leggere, ascoltare e guardarci indietro.
Di fronte a noi continue situazioni nuove e imprevedibili. Continui conflitti tra consapevolezza ed incertezza. Quell’incertezza che poca o tanta ci sta accompagnando ma non può essere un freno all’audacia e all’intuito. Un freno al futuro.
L’analisi di Boston Consulting Group “The serial innovation imperative” evidenzia che nel corso del 2020 le aziende che raddoppiano gli investimenti in innovazione durante i periodi di recessione si posizionano nella fase di ripresa prima delle altre e la loro performance è più solida e di lungo termine.
Ma farlo con successo richiede lo sviluppo di una chiara strategia ed investimenti appropriati, sfruttando i vantaggi di scala e assicurando che il sistema di innovazione sia abbastanza agile da individuare e cogliere le migliori opportunità in modo rapido e deciso, anche audace.
In tutto questo c’è veramente qualcosa di nuovo che ci sfugge? No. Ma la prima frase del report dice chiaramente che innovare è cambiamento. Ed il cambiamento parte dal commitment, dalla volontà di farlo.
Ma l’analisi risulta molto più interessante del previsto. Per anni ci si è detti che le aziende più piccole erano le più veloci ad innovare, purché più agili e con una governance snella. Mentre ora, come dimostra questa analisi che possiamo ritenere assolutamente attendibile e autorevole, emerge che le big company hanno oggi un vantaggio che risulta fondamentale per guidare il cambiamento e l’innovazione, ossia il loro motore fatto di esperienza, capacità finanziarie ed organizzative. I veri cambiamenti e le vere sfide dell’innovazione di oggi sono così profondi e di impatto da richiedere una struttura in grado di dominarli ed attuarli. Non parliamo più di startup o di laboratorio, ma di scaleup company. Oggi qualunque cosa che abbracci un vero cambiamento necessita di essere scalata a livello organizzativo, gestionale, economico, … Ma la vera novità è che non è più solo argomento per i piccoli. Anzi sono le grandi company che ora hanno abbracciato il modello all’interno per rimodellare tutto, dalla governance ai processi del core-business. Una sorta di rinnovamento necessario a creare lo spazio adeguato ad un nuovo management, giovane e moderno!
Innovazione disruptive. Il fronte è questo. Un contesto nel quale è necessario partire in anticipo ed avere le idee chiare. Essere pronti ai fallimenti. Sapere cogliere il buono anche degli insuccessi. Cavalcare subito i successi. Così un elenco di grandi aziende è partita e sta bruciando le proprie tappe guardando ad un futuro normalmente diverso ed eccitante.
I settori che più avanzano in questa direzione sono il software, l’automotive, il chimico ma anche il manifatturiero nel quale il Fashion è sicuramente quello che più di altri ha necessità di fare un balzo in avanti. Risultano ancora molto indietro i trasporti, il media e la finanza. Con le telco ed i beni durevoli che sviluppano innovazione al proprio interno ma con scarso risultato all’esterno.
Beh, leggete il BCG Innovation Report 2020 e avrete modo di scoprire cosa sta succedendo! talento, cultura dell’innovazione, idee, capacità organizzative e realizzative, gestione del funnel-management e conoscenza/consapevolezza del proprio mercato sono e rimangono i grandi temi. Ma attenzione perché il COVID-19 ha accelerato tutto e creato nuovi spazi di azione.
Buona lettura!