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PRESENTAZIONE
“Sync” segna l’incipit della mia raccolta “Ombre e Sogni” disponibile su Amazon, Kobo e Mondadori, dove ogni storia è un frammento di un mosaico più ampio, fatto di riflessioni profonde e interrogativi che si sono insinuati nella mia mente nel corso degli anni. Questo racconto, in particolare, vi porta in un viaggio attraverso le ombre di una realtà che si svela definitiva e tragica per l’umanità, celata dietro la facciata di una normalità ingannevole.
Ambientata nelle stanze silenziose di un distretto di polizia in una remota contea del South Carolina, la narrazione si dipana attraverso un interrogatorio che si rivelerà essere il cuore pulsante di una verità sconcertante. Lontano dall’essere una semplice indagine, ogni domanda e risposta tra i protagonisti intreccia i fili di un oscuro disegno che si estende ben oltre le mura dell’interrogatorio.
Non lasciatevi ingannare dalla quiete apparente della vita quotidiana di questi luoghi, perché sotto questa superficie liscia si nasconde un abisso di rivelazioni che metteranno in discussione ogni certezza. “Sync” è molto più di una storia; è un’esplorazione delle zone d’ombra dell’animo umano, dove le verità nascoste emergono inaspettatamente e cambiano irrevocabilmente il corso degli eventi.
Mentre vi immergete nelle pagine di questo racconto, siate pronti a lasciar cadere le vostre maschere, a sollevare il velo dell’illusione e a confrontarvi con il volto più crudo e ineludibile della nostra esistenza. “Sync” vi invita a guardare oltre, a sfidare le percezioni e ad accettare che la realtà, a volte, è molto più intricata e oscura di quanto possiamo immaginare.
UNA PREVIEW DEL RACCONTO
<<Jack… Jack… Jaaaaack! Riapri gli occhi, subito.>>
Allora non sapevamo ancora dell’esistenza di questa cosa. Gli interrogatori a Jack ci svelarono una realtà a cui non eravamo pronti e a cui non volevamo ancora credere. Fu dopo di lui che andammo alla ricerca di soggetti simili, con il potere di sincronizzarsi con le energie dei morti. Almeno così pensavamo prima di trovare la registrazione dell’interrogatorio dello Sceriffo.
Jack aveva allora trentotto anni, alto e snello con una pelle legger-mente colorata e chiazzata da macchie scure di abbronzatura. I capelli lunghi e le mani lisce e sottili lo rendevano un perfetto sosia di quei giocatori di poker che si vedevano alla TV. La sua voce era greve e profonda, facendolo apparire in tutti gli interrogatori ancora più gelido e terrificante, più della storia che stava raccontando.
“Non è lei a decidere, Sceriffo. Ma loro. Ancora non ha capi-to…” ribatté Jack, fissando lo sceriffo con uno sguardo gelido.
“Se insisti nel provocarmi con questa sfida, sono pronto a risponderti con la stessa moneta. La tua arroganza, Jack… la tua arroganza mi spinge a spezzare quella tua aria di superiorità, proprio come hai spezzato la vita di quelle persone. Credimi, non proverò nessuna pietà” tuonò lo Sceriffo, stringendo i pugni finché le nocche non diventarono bianche.
“Posso immaginarlo, Sceriffo” replicò Jack, con un sorrisetto beffardo.
“Cominciamo daccapo. Quanto tempo è passato da quando hai iniziato a credere di ‘sincronizzarti’ con queste energie che definisci… come hai detto? Ah, gli antichi” disse lo Sceriffo, piegandosi in avanti sulla sedia, gli occhi fissi su Jack.
“Ero solo un bambino, Sceriffo, un bambino normale allora. Ma un giorno qualcosa è cambiato. Stavo andando a casa di mia nonna, come facevo ogni giorno dopo scuola. Era un pomeriggio come tanti altri, fino a quando un brivido glaciale non mi ha attraversato. Le mie braccia e le mie gambe si muovevano da sole. Non ero più io a controllarle, e ‘loro’ mi hanno portato in un vicolo oscuro, dietro una casa” spiegò Jack, mentre la sua voce si faceva più tenue, come se stesse rivivendo quel momento.
“Fermati un momento, Jack. Parli di movimenti involontari del tuo corpo. Ma la tua mente? Eri confuso?” interruppe lo Sceriffo, alzando una mano come per fermare il flusso delle parole.
“Ho capito solo anni dopo cosa mi succedeva. Quando decisi di affrontare tutto il mio passato!” Jack alzò lo sguardo, con occhi carichi di un’ombra di dolore e rimpianto.
“Jack, Jack…” sospirò lo Sceriffo, la tensione palpabile nella sua voce.
“Sceriffo, io sono solo uno strumento. Sono sempre stato un testimone silenzioso di cose che non potevo controllare” precisò Jack, scuotendo leggermente la testa.